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Assistenza domiciliare: un aiuto su misura per il paziente

Nel nostro Paese, stando al Censis, si contano in tutto 3.510.000 persone non autosufficienti. Nell’80,8% dei casi si parla di anziani di oltre 65 anni, e di certo le attuali dinamiche demografiche suggeriscono un ulteriore spostamento degli equilibri nei prossimi anni.

Se è vero che le situazioni di non autosufficienza sono tutt’altro che rare, è vero anche che molto spesso le famiglie sono obbligate a chiedere un sostegno per affrontare questo problema: in molti casi le ragioni sono di tipo economico, ma non si può certo dimenticare il fatto che la cura a domicilio necessita anche di tempo e di competenze specifiche.

Per permettere alle persone non autosufficienti di vivere al meglio la propria delicata condizione, nonché per aiutare le relative famiglie, il Servizio Sanitario Nazionale offre il servizio di assistenza domiciliare, che si traduce in un supporto concreto e regolare da parte di personale specializzato.

Assistenza domiciliare: che cosa è?

Esistono diversi servizi di assistenza domiciliare. Si parla di vari tipi di programma tesi a fornire i necessari trattamenti di tipo medico, infermieristico, riabilitativo e socio-assistenziale non all’interno di strutture sanitarie, quanto invece direttamente al domicilio del paziente.

Lo scopo è quello di garantire il più alto livello di benessere, limitare per quanto possibile il declino funzionale e mantenere stabilmente sotto controllo il quadro clinico complessivo. I servizi di assistenza domiciliare sono coordinati dal distretto sociosanitario dell’ASL in collaborazione con i vari Comuni. É lo stesso comune, dietro la richiesta dell’assistito e in base alla sua fascia di reddito, che eroga i necessari servizi di assistenza domiciliare.

Come anticipato, esistono diverse tipologie di assistenza domiciliare; si parla per esempio di assistenza domiciliare programmata (ADP), facendo riferimento alle prestazioni mediche, infermieristiche e riabilitative inserite in un programma temporaneo per fronteggiare una specifica patologia in atto. È diverso il discorso per l’assistenza domiciliare integrata (ADI), la quale invece fa riferimento al servizio integrato e continuo nel tempo.

In cosa consiste invece l’assistenza domiciliare integrata?

L’assistenza domiciliare integrata riassume i servizi sanitari e sociosanitari rivolti a una persona non autosufficiente ed erogati direttamente al suo domicilio. A distinguere la ADI dalla ADP è il carattere continuativo nonché coordinato dei servizi.

All’intero dell’assistenza domiciliare integrata intervengono molti specialisti differenti: si parla infatti di medici, di infermieri, ma anche di figure dedicate alle prestazioni di stampo socio-assistenziale. Tipicamente l’assistenza domiciliare integrata viene avviata in caso di malattie terminali, di patologie invalidanti, di anziani con gravi fratture, di forme psicotiche gravi, di delicati processi di riabilitazione e via dicendo.

La natura e l’organizzazione concreta degli interventi assistenziali variano in base alle esigenze di ciascun paziente. Ci sono cure domiciliari integrate di primo livello, con interventi articolati su un calendario al massimo di 5 giorni, cure domiciliari di secondo livello, fino a 6 giorni, o di terzo livello, con interventi programmati su 7 giorni.

Per fornire dei servizi di assistenza domiciliare integrata è importante poter contare su un’ampia équipe multidisciplinare, e quindi di professionisti specializzati per rispondere in modo ottimale alla patologia e ai bisogni del paziente.

Di fronte alla difficoltà di organizzare al meglio un servizio domiciliare su misura, e non potendo pianificare a priori gli immancabili interventi dovuti a imprevisti, emergenze e riprogrammazioni, non stupisce il fatto che le società per i servizi alla persona facciano un sempre più diffuso utilizzo di appositi software per l’assistenza domiciliare, pensati per gestire efficientemente gli interventi.