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Il Covid evidenzia l’importanza di investire nella formazione sanitaria

L’importanza della formazione sanitaria e nello specifico della formazione continua del personale sanitario non è mai stata in dubbio.

L’epidemia da Covid-19 ha però messo in evidenza la necessità di investire maggiormente su questo aspetto. Indubbiamente, infatti, in questi mesi è stata dimostrata la grande competenza e la professionalità del personale delle strutture ospedaliere italiane, ma anche il grande bisogno di ulteriori sforzi sul fronte della formazione degli operatori sanitari. Servono infatti più medici, più infermieri, ma anche più competenze.

Da una parte, bisogna pensare a rafforzare la formazione di nuovo personale sanitario; dall’altra è obbligatorio investire anche nella formazione sanitaria continua, affinché infermieri e medici abbiano tutte le competenze necessarie per garantire un sistema sanitario efficiente, in qualsiasi situazione.

La formazione sanitaria continua, per il Covid e non solo

Le spinte continue verso un potenziamento della formazione sanitaria per gli operatori sono arrivate da più fronti, e con motivazioni diverse. Si chiede un aggiornamento continuo per offrire un servizio migliore, ma anche per offrire un servizio più costante, nonché per ridurre i rischi a carico del personale sanitario.

Si pensi ai tanti contagi degli operatori sanitari all’interno delle strutture ospedaliere: la preoccupazione è stata molto alta intorno all’ospedale di Cosenza, con un numero decisamente troppo alto di operatori positivi, ma situazioni simili sono state vissute e sono ancora oggi presenti in molti diversi nosocomi italiani.

Investire nella formazione sanitaria continua, durante la pandemia da Covid-19 come negli anni che verranno, significa infatti poter contare su personale sempre aggiornato, con un bagaglio crescente di competenze, per poter mettere in campo le nuove tecniche nonché per poter utilizzare in modo efficace i nuovi software sanitari, dispositivi e macchinari.

L’aggiornamento continuo del personale, però, è solo una delle esigenze sentite sul fronte della formazione sanitaria: nei mesi scorsi c’è infatti stata una fortissima richiesta di nuovo personale medico e infermieristico, sia per far fronte alla carenza di infermieri e medici tipica di molte strutture, sia per sostituire i tanti operatori contagiati.

Investire nella formazione di nuovi operatori sanitari

La carenza di personale sanitario, in molte strutture, era nota già da tempo. La pandemia lo ha dimostrato ulteriormente e in un modo drammatico: è assolutamente necessario aumentare il personale medico e infermieristico. Qualcosa, in questo senso, è già stato fatto, con diverse regioni italiane che hanno incrementato gli investimenti in soluzioni per la formazione di personale sanitario.

Si parla per esempio del bando pugliese per la formazione di oltre 700 OSS, o di quello aostano per formarne 90. I buoni esempi non mancano nemmeno all’estero, con il governo svizzero che ha deciso di aumentare di 74 milioni di euro l’investimento per il prossimo quadriennio per sostenere in particolare gli studi medico scientifici.

Il governo italiano, da parte sua, sta valutando di riformare le modalità di formazione degli operatori sociosanitari, con l’iscrizione a un albo regionale e con l’introduzione di figure come l’infermiere scolastico e l’infermiere di famiglia. L’infermiere scolastico, in particolare, avrebbe un ruolo fondamentale nella formazione sanitaria di bambini e ragazzi, diventando di fatto un educatore della salute negli istituti di istruzione italiani.