long term care in Italia

Long term care in Italia

La diffusione territoriale della long term care in Italia: il rapporto di Italia Longeva

Italia Longeva[1] realizza annualmente un’indagine sulla Long Term Care in Italia (LTC) l’edizione 2022 è incentrata su “La Mappa della Fragilità in Italia: gradiente geografico e determinanti socio-demografici”. L’indagine, giunta alla sesta edizione, ha l’obiettivo di fornire e produrre dati ed evidenze in ambito LTC e di stimolare la crescita di una cultura e di un’identità di settore.

L’indagine presenta e commenta ogni anno i dati dei flussi informativi ministeriali relativi ai volumi di attività registrati nell’anno precedente alla pubblicazione in termini di cure domiciliari, assistenza residenziale e semiresidenziale e cure palliative. I dati dell’edizione 2022 sono dunque riferiti al 2021.

Le cure domiciliari

Prendendo in considerazione la serie storica 2014-2021, il numero di anziani riceventi servizi di assistenza domiciliare integrata (ADI) è progressivamente aumentato fino al 2019, con una battuta d’arresto nel 2020 a causa della pandemia, per poi riprendere la sua ascesa nel 2021.

La tendenza del periodo in questione vede nel 2014 l’1,91% di anziani over 65 assistiti in ADI e il 3,22% di anziani over 75. Nel 2021, secondo anno di pandemia, è stata rilevata una percentuale di anziani over 65 assistiti in ADI del 2,89% e di over 75 pari al 4,74% con un aumento percentuale rispettivamente dello 0.98% e dell’1,52%.

Le Regioni che nel 2021 hanno riportato un più alto tasso di anziani assistiti in ADI sono state l’Abruzzo (4,71% degli over 65 e 7,72% degli over 75), il Veneto (4,34% degli over 65 e 7,12% degli over 75), la Sicilia (4,13% degli over 65 e 6,67% degli over 75), la Basilicata (3,92% degli over 65 e 6,63% degli over 75), la Toscana (3,82% degli over 65 e 5,71% degli over 75), le Marche (3,72% degli over 65 e 5,96% degli over 75) e l’Emilia-Romagna (3,72% degli over 65 e 6,08% degli over 75)

Assistenza sanitaria residenziale

Anche in questo ambito si è registrato un piccolo incremento delle persone anziane assistite in Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA). Nel 2014, infatti, gli anziani over 65 assistiti in tali strutture erano 281.470 per arrivare nel 2021 ad un numero pari a 317.260. Nel 2021 il 2,28% degli anziani di età pari o superiore a 65 anni ha effettuato uno o più ricoveri in RSA.

L’offerta dei posti letto varia, anche in questo caso, tra le varie Regioni Italiane: prendendo in considerazione l’anno 2020 le Regioni che hanno registrato un maggior numero di over 65 assistiti in RSA sono la Provincia Autonoma di Trento (7,64%), il Piemonte, (4,35%), la Lombardia (3,87%), il Veneto (3,77%) e il Friuli-Venezia Giulia (3,33%).

Assistenza sanitaria semiresidenziale

Il tasso di anziani over 65 che hanno usufruito, nel 2021, di servizi di assistenza sanitaria semiresidenziale varia, ancora una volta, da Regione a Regione. Le Regioni con i tassi più elevati sono Provincia Autonoma di Trento (6,30‰), la Lombardia (5,74‰), l’Emilia-Romagna (3,94‰), l’Umbria (2,72‰), la Liguria (1,85‰) e la Toscana (1,83‰).

In sintesi

Il quadro analizzato da Italia Longeva si è rivelato in linea con l’andamento degli ultimi anni: lenta crescita dei servizi ADI, con importanti differenze geografiche nella distribuzione dell’offerta, grande eterogeneità nell’intensità delle cure erogate, con coefficienti di intensità assistenziale distribuiti in maniera estremamente differente tra le diverse aree del paese.

Per quanto riguarda le RSA: si registra una battuta di arresto nella crescita di posti, così come nel resto d’Europa, con un maggior grado di sviluppo di tali servizi nelle regioni settentrionali.

Nel complesso, sommando i tassi di anziani over 65 in ADI e quelli ospiti di RSA, solamente un terzo delle aree prese in esame raggiunge o supera il 6%.

La fragilità in Italia

Ulteriori analisi nel corso dell’indagine rilevano come in Italia la proporzione di persone anziane con stato di salute complesso sia particolarmente alto, con tre su quattro over 60 affetti da una o più patologie croniche, mentre una persona su cinque è affetta da fragilità grave e moderata.

L’andamento demografico in Italia

Secondo gli ultimi dati Eurostat riferiti a febbraio 2022 l’Italia compare tra i paesi più vecchi d’Europa. Nel 2021 la percentuale di persone di età pari o superiore a 65 anni, infatti, si attestava intorno al 23,5% contro il 23,2% del 2020. L’aspettativa di vita in Italia, sempre secondo i dati riferiti al 2021 dell’Eurostat, è stimata intorno agli 82,9 anni e posiziona il nostro paese al settimo posto nella classifica UE degli stati più longevi.

Secondo gli indici di dipendenza demografica, che rappresenta il rapporto fra popolazione in età attiva ed in età inattiva in uno Stato, si prevede che il rapporto di dipendenza degli anziani over 65 in Europa aumenterà rapidamente fino al 2045, riflettendo il processo di pensionamento in corso tra i baby-boomer e le successive fasce d’età.

In effetti, si stima che il tasso di dipendenza degli anziani aumenterà di 25,7 punti percentuali dal 31,4 % nel 2019 al 57,1 % entro il 2100. Pertanto, mentre nel 2019 c’erano quasi tre persone in età lavorativa per ogni anziano, entro il 2100 questo rapporto dovrebbe essere inferiore a 2:1. In Italia, secondo tali previsioni, si stima che entro il 2100 il tasso di dipendenza degli anziani aumenterà fino al 62,4% e quindi di 26,7 punti in più rispetto al 2019 (35,7%)[2].

Se mettiamo insieme tutte queste criticità: diffusione della fragilità, disomogeneità e lentezza dello sviluppo dei servizi socioassistenziali per la LTC, disparità geografiche e andamento demografico, allora il panorama che si configura richiede l’adozione di nuove politiche per il consolidamento ed il rafforzamento dei servizi di Long-Term Care.

Migliorare l’assistenza a domicilio anche attraverso la tecnologia

Se pensiamo alle politiche che dovranno supportare lo sviluppo del settore LTC e alla complessità e numerosità degli interventi da effettuare, viene naturale pensare che anche gli strumenti digitali possano avere un ruolo importante.

I software di assistenza domiciliare, per esempio, grazie alle app mobile consentono di supervisionare ed organizzare le attività di assistenza a domicilio. Questi software possono essere utilizzati sia a livello operativo, per l’organizzazione del lavoro degli operatori e degli interventi, che a livello più alto, decisionale e di controllo, per il monitoraggio e la qualità e il supporto decisionale.

L’importanza dell’ecosistema dei dati

L’integrazione e l’utilizzo diffuso di strumenti come la cartella elettronica nelle attività di assistenza inoltre consentirebbe la raccolta capillare di dati sulle attività erogate, dati che potrebbero essere utilizzati a livello più alto per l’elaborazione di indici e cruscotti di monitoraggio e dunque per l’elaborazione di politiche assistenziali e il decision making.

Infine, in un’ottica di presa in carico globale ed integrata, qualora si rendesse necessario il passaggio dell’anziano dal domicilio a strutture a più elevata intensità di cura come le RSA, l’équipe potrebbe beneficiare dei dati pregressi inseriti dai colleghi che hanno seguito l’anziano nella fase di assistenza domiciliare relativamente ad anamnesi, terapie, diari, PAI etc. agevolando le fasi assistenziali e sanitarie successive.


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Bibliografia e fonti

[1] Italia Longeva è l’associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva, istituita nel 2011 dal Ministero della Salute, insieme alla Regione Marche e l’INRCA-IRCCS di Ancona (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico dedicato all’anziano).

[2] Eurostat, “Population projections in the EU”, 2020 (Population projections in the EU – Statistics Explained (europa.eu)